BIBLIOTECA MARUCELLIANA
FIRENZE
FRA
NEREIDI E TRITONI I BESTIARI MARINI
DELLA BIBLIOTECA MARUCELLIANA
Ecco che ancora una volta grazie ad una mostra, alla
mostra dell’opera incisoria di Patrizio Di
Sciullo, il prezioso universo librario della
Biblioteca Marucelliana si appresta ad essere
svelato, seppur in piccolissima parte e con neppur
troppa ritrosia, a chi, curioso e attento osservatore
della natura, di tutte le sue infinite e multiformi
articolazioni, voglia divertirsi ad indagare, fra
nereidi e tritoni, il fantastico mondo delle
profondità marine.
Dagli antichi scaffali della Biblioteca riemergono
allora un po’ alla volta, volumi antichi,
trattati di storia naturale, scientifici bestiari
marini ricchi di immagini tese ad illustrare con cura
ed incredibile minuzia di particolari, ora questo ora
quell’aspetto del regno sommerso di
Anfitrite e Poseidone, dei suoi diversi abitanti
siano essi pesci, crostacei, molluschi, semplici rami
di corallo o fantastiche conchiglie.
La stampa e l’incisione offrono infatti
all’indagine speculativa dei
medici/scienziati/filosofi del Cinque-Seicento, che
con identica passione si volgono
all’analisi del mondo vegetale e animale,
terrestre e non, un’eccellente mezzo di
memoria e divulgazione delle personali acquisizioni:
fra i tanti che subiscono il fascino degli abissi il
medico-filosofo bolognese Ulisse Aldovrandi con il
De piscibus e il De mollibus,
crustaceis, testaceis, Ippolito Salviani con il
De piscibus e il più noto Pietro Andrea
Mattioli con i suoi Discorsi sopra
Dioscoride, Conrad Gessner e Guillaume Rondelet
con il suo Libri de piscibus marinis edito a
Lione intorno alla metà del XVI secolo.
E così proseguendo, il Seicento vede da un lato la
pubblicazione a Londra dell’Historia
sive synopsis methodicae conchyliorum di Martin
Lister accompagnata da un bellissimo corredo di
incisioni e dall’altro
l’edizione, ricchissima anch’essa
di tavole, della Recreatio mentis et oculi in
observatione animalium testaceorum del
naturalista gesuita Filippo Buonanni le cui
affermazioni scatenarono non poche polemiche con gli
esponenti della nuova biologia inaugurata dal
Redi.
Il Settecento si segnala invece per
l’Index testarum conchigliorum,
dedicato a Francesco III dall’autore, il
medico e filosofo fiorentino nonchè docente
dell’ateneo pisano, Niccolò Gualtieri, per
il De conchis dell’illustre
riminese Janus Plancus, quel Simone Giovanni Bianchi
colto ed erudito seguace di Ippocrate che volle
effigiato sul sepolcro il “corno di
Ammone” a simboleggiare i suoi appassionati
studi sulle conchiglie, e per il Thesaurus
piscium testaceorum dell’olandese
Rumphius, sfogliando le immagini dei quali, senza
alcuna soluzione di continuità, gli occhi e la mente
si aprono alla più contemporanea, fantastica eppur
sconvolgentemente reale, visione marina del giovane
incisore romano la cui opera la Biblioteca
Marucelliana si propone di presentare.
Silvia Castelli
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