Sezione 3
CULTURA ANATOMICA E DISSEZIONE TRA QUATTRO E CINQUECENTO
L'opera fondamentale del secondo decennio del XIV secolo dovuta a Mondino de' Liuzzi(1275 - 1326), anatomista e medico bolognese, viene ripresa e commentata a distanza di due secoli da Berengario da Carpi nei Commentaria del 1521, compendiati nelle Isagogae Breves edite per la prima volta nel 1522, corredati da xilografie a costituire un ricco apparato iconografico di particolare rilievo per l'attenzione e la concentrazione sulla pratica e sul dato anatomico-dissettivo. La cui importanza si sostanzia anche nel rapporto con la prassi artistica e, in particolare, nella possibile incidenza di maestri quali Raffaello sulla iconografia del corpo. Nella Firenze di fine Quattrocento Antonio Benivieni, riconosciuto padre dell'anatomia patologica e membro dell'Accademia platonica, opera nello Spedale di Santa Maria Nuova, dove Leonardo, circa il 1506, eseguiva notomie, quali quella celebre del vecchio centenario testimoniata in un celebre foglio della Royal Library di Windsor Castle (n. inv. 19027r-v; RCIN 919027).
Lo studio dell'anatomia e l'azione dissettiva diverrą a breve consuetudine e patrimonio comune sia di medici sia di artisti. Nelle botteghe e nelle accademie questi ultimi si avvicinano infatti all'investigazione anatomica, come dimostra, tra altri vari esempi, l'incisione in mostradi Cornelis Cort da un'invenzione dello Stradano.
Del resto, l'edizione delle Isagogae del 1535 reca nell'esemplare in mostra la nota di possesso di Ranieri Maffei (1745-1775), celebre medico di origine volterrana, lettore di anatomia nel 1767 nell'ospedale di Santa Maria Nuova, le cui dissezioni avvenivano nel teatro anatomico situato nella zona dell'ospedale detta Campo Santo (LANDINI, 2017, p. 133).
Opere esposte
